Condivido con piacere un estratto della prima recensione ufficiale di Dammi vento scritta da Lea Landucci, autrice di “Mai una gioia. Amori e altri inciampi” e blogger (contatto Instagram chicklit.italia).

Recensione

Dammi vento è stato un piacevole compagno di viaggio per questa estate sui generis. Avevo bisogno di una lettura diversa, infatti il romanzo di cui vi parlo oggi non è un romance (anche se l’amore e i rapporti umani sono al centro della narrazione) ma appartiene al genere della narrativa contemporanea. Mi aspettavo un romanzo introspettivo, profondo, che scavasse nella personalità e nel rapporto tra i personaggi e devo ammettere che non mi ha affatto deluso.

La storia è quella di due persone insoddisfatte e deluse dalla propria vita che decidono con coraggio di agire per migliorarsi, mettendosi fortemente in discussione. Luca e Giulia hanno alle spalle un rapporto logoro con i relativi compagni, dai quali stanno cercando di prendere le distanze. Giulia scappa dal compagno violento e si rifugia sull’isola di Levante, tra le braccia accoglienti e rigeneranti di zia Tindara, che sa di borotalco e ti sveglia alle 6 per fare yoga e meditazione.

Luca, dopo uno scambio con il maestro Francesco (di nome e di fatto), decide di partire con la sua barca per un viaggio verso ponente, deciso ad affrontare il sogno di una vita, che solo adesso può concedersi. La sua prima tappa, guarda caso, è proprio l’isola di Levante.

Nella prima parte del romanzo i due grilli parlanti (Francesco e Tindara) dispensano consigli di vita e perle di saggezza ai due protagonisti, cercando di spingerli a reagire alle condizioni avverse in cui vivono e cercare di essere felici. Sono momenti davvero toccanti, questi, a tratti commoventi, ma soprattutto sono parole che fanno riflettere sulla vita e sull’amore verso se stessi.

Quando arriva il momento, per Luca, di levare l’ancora e partire per il suo viaggio verso Capo Verde, Giulia decide di seguirlo, di provare a sentire sulla pelle emozioni ed esperienze nuove, di andare a scoprire le proprie radici. Inizia qui il loro viaggio in solitaria, a tratti complesso, a tratti meraviglioso.

Da amante della navigazione a vela, ammetto di essermi immersa in questo romanzo con delicatezza, senza spruzzi. Come quando esci di mattina presto, c’è poco vento e la barca scivola pigra sulla superficie del mare che assomiglia a una tavola blu. Il suono del procedere, nel silenzio, è meraviglioso. La narrazione, la concatenazione degli avvenimenti, mi ha cullata come il rollio e il beccheggio dello scafo.

Dammi vento è un libro saggio, calmo, intenso. La narrazione avviene tramite i due punti di vista dei protagonisti che si percepiscono scritti da mani diverse: avvertiamo un cambio di stile, lessico e colori ogni volta che si passa da uno all’altro. La cosa rende la caratterizzazione e le differenze tra i protagonisti assolutamente originali e credibili. La cosa ancora più bella è che, andando avanti con l’avventura condivisa dai due protagonisti, i due stili narrativi si avvicinano sempre di più, facendoci percepire l’avvicinamento anche tra i personaggi.  Aneddoto dopo aneddoto, rivelazione dopo rivelazione, Luca e Giulia imparano a conoscersi, a fidarsi e a lasciarsi andare.

È una lettura che consiglio a chi vuole rallentare, godersi i particolari, immergersi (nel vero senso delle parole) nelle vite di personaggi profondi e interessanti.

Vi lascio con le parole scritte da Francesco sul foglio azzurro lasciato dentro il libro dalle pagine bianche, una delle parti che più mi ha fatta riflettere:

Se potessimo contemplare la nostra vita dall’alto, dal primo istante a quello presente, se potessimo rappresentarla tutta in un unico foglio in modo da poterla agevolmente osservare, allora scopriremmo che ogni ostacolo, ogni scelta, ogni azione, ogni persona ha avuto un senso, quello di condurci nel punto in cui siamo attraverso questo percorso, che non è l’unico possibile, ma sicuramente quello più giusto per noi in questo particolare momento.

 

Questo il link dove potete leggere la recensione completa:

Dammi vento. Rotta verso ponente – la recensione