Nei mesi passati, avendo avuto un po’ di tempo a disposizione, mi sono finalmente concessa i 189 minuti necessari a fare una cosa che desideravo da tempo: rivedere Titanic, un film che ho amato e che non vedevo da anni. Guardandolo a distanza di tempo ho messo a fuoco uno dei motivi per cui l’ho apprezzato: l’idea che un incontro possa cambiare radicalmente il destino di due persone. Anche se si tratta di pochissimi giorni, come nel caso di Rose e Jack, o di pochi mesi, come nel caso di Tindara e Francesco.
“Quando Francesco ha lasciato l’isola mi sono ritrovata di colpo senza la persona che aveva riempito di meraviglie la mia vita, mi era rimasto solo ciò che di me aveva tirato fuori, ma senza di lui non sapevo più cosa farne. Prima di conoscerlo la mia vita non era entusiasmante, ma era prevedibile e relativamente sicura. Dopo di lui quella vita non esisteva più, ma non esisteva più nemmeno quella che avevamo condiviso in quei pochi mesi.”
Anche se non si tratta di una relazione profonda e intima, ma della condivisione di una passione come nel caso di Luca e Francesco.
“Nel sentire il nome di Luca il labbro sinistro di Francesco si inclina verso l’alto in uno dei suoi famosi sorrisi un po’ sbilenchi. Entrambi avevano bisogno di incontrarsi e di darsi ciò che si erano scambiati. E adesso ciascuno di loro ha la responsabilità di farne qualcosa di importante per la propria vita, di trovare un senso a tutto ciò che è accaduto.”
O di un ricordo prezioso, come nel caso di Luca e Tindara.
“Mi sembra di sentire la voce di Tindara che intona il suo kirtan. Tindara che si muove a suo agio tra i tavoli del ristorante, Tindara che si muove incerta ed emozionata a bordo di SolYLuna. In qualche modo sento che il suo coraggio, la sua forza e la sua saggezza mi sono entrati dentro.”
La magia dell’incontro
Trovo che la più bella magia nell’incontro con un altro essere umano sia proprio la capacità di trasformarsi, di lasciare un segno l’uno nella vita dell’altro. Allora mi chiedo: da cosa dipende questa magia? Perché alcuni incontri riescono a lasciare un segno profondo nel nostro percorso e altri, invece, sembrano lasciare solo una traccia lieve? È possibile capire quando ci troviamo di fronte a qualcuno che cambierà in maniera importante la nostra vita?
Se Luca non avesse incontrato Francesco in quel momento della sua vita, probabilmente non sarebbe mai andato a Levante, forse non sarebbe mai partito per il suo viaggio verso ponente e, di conseguenza … non ci sarebbe stata questa storia.
Se, tanti anni fa, non mi fossi iscritta al corso di vela non avrei conosciuto Sandro e questa storia non avrebbe mai visto la luce. Se non avessi incontrato tante persone e non avessi condiviso con loro determinate esperienze, questa storia sarebbe stata diversa: Tindara avrebbe avuto un altro nome e forse non sarebbe stata siciliana se non avessi incontrato Maria Rita, Francesco non avrebbe scritto la poesia della rana e dello scorpione se non avessi conosciuto Fabio, Tindara non avrebbe praticato yoga se non avessi fatto quella prima lezione su una spiaggia del Salento tanto tempo fa.
I rischi dell’incontro
Credo che ogni persona che incrocia il nostro cammino possa essere importante per la nostra crescita, quanto e come dipende da tanti aspetti: le circostanze esterne, il momento di vita di entrambi, ma sicuramente la disponibilità a entrare in contatto con l’altro e a lasciarci “contaminare” sono una componente determinante. Perché, come dice Luca: “se l’incontro funziona, accade qualcosa di straordinario: i due mondi si compenetrano mantenendo ciascuno ciò che lo caratterizzava prima e lo rendeva unico, ma arricchendosi di ciò che l’altro ha fatto emergere dal proprio. Quando entri profondamente in relazione con un’altra persona è quasi inevitabile che l’altro porti in superficie qualcosa di te che prima era adagiato sul fondo, invisibile ai tuoi stessi occhi.”
Forse la difficoltà è proprio questa: spesso l’altro ci fa da specchio e ci permette di guardare dentro di noi attraverso di lui e non sempre siamo disposti a vedere ciò che si agita sul fondo. Allora, forse, la disponibilità di cui sopra dipende da quanto siamo pronti a metterci in discussione e a guardarci allo specchio. Personalmente penso che ne valga sempre la pena. E voi?
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